mercoledì 25 gennaio 2012

Cerchi Nel Grano: Cosa sono i “crop circles”

Cerchi Nel Grano – crop circles

Cosa sono i “crop circles”


--> Non esiste una risposta univoca alla domanda “cosa sono i cerchi nel grano”. La domanda è stata posta, in una serie di interviste televisive1, a ricercatori ed autori
che si sono specializzati nello studio di questo fenomeno. Ecco le loro risposte:
Anette Faringer: “Credo che siano creati per la nostra meditazione interiore ed
evoluzione verso un nuovo tempo e un nuovo mondo”.
Colin Andrews: “I cerchi nel grano sono forme circolari, in cui la vegetazione viene
piegata e disposta in forme geometriche perfette”.
Freddy Silva: “Il cerchio nel grano è una zona in cui le leggi dell’elettromagnetismo,
del suono e della luce, sono state alterate”.
Bert Janssen: “Sono forme che raccontano qualcosa in modo subliminale,
influenzando la mente. Sono una specie di portale verso un sé più elevato”.
Rod “Bearcloud” Berry: “Per me non sono necessariamente comprensibili
razionalmente, ma piuttosto con il cuore e l’anima. Sono un linguaggio spirituale
silenzioso che parla degli elementi di cui siamo fatti”.
Andreas Muller: “Credo che abbiano a che fare con i fenomeni sconosciuti e i misteri
della natura, piuttosto che con gli alieni”.
Janet Ossebaard: “Sono un miracolo ed un dono di Dio”.
Andy Thomas: “Non ne ho idea. Li studio da 11 anni e ne so meno di quando ho
iniziato. Ma sono fantastici, ispirano le persone, e sono un mistero”.
In effetti ognuno di loro, dal suo punto di vista, ha ragione. Perché non esiste una
risposta “ufficiale” a questa domanda. Tuttavia questo non può e non deve generare
confusione, perché oggi molte cose si sanno con certezza. Evidentemente poi, a
partire da queste poche certezze, è inevitabile e legittimo che ognuno costruisca una
sua personale interpretazione. Vediamo dunque di focalizzare l’attenzione su alcuni
dati di fatto incontrovertibili, che ci dicono – fattualmente – cosa sono i “crop
circles”:
* Sono forme geometriche (non sempre perfette) che si formano (o vengono create)
generalmente durante la notte (probabilmente nell’arco di poco tempo, nell’ordine di
secondi o minuti) attraverso l’appiattimento della vegetazione in senso orario o
antiorario, centrifugo, rettilineo, a svastica, composito. Le colture interessate sono
varie: grano, colza, mais e ogni genere di cereali; erba, in rari casi si ha notizia anche
1 Interviste ascoltabili nel DVD “Cerchi nel grano, i disegni del mistero”, regia di Maurizio D’Amato, 2002, Cinema &
Tv, Natrix, Cinehollywood, Unipress.
di cerchi sull’acqua, ghiaccio, neve o sabbia. Le forme sono generalmente di quattro
tipologie: circolari, ad anello, ellittiche o quadrangolari.
* I cerchi compaiono in una notte, qualunque sia la loro dimensione, ma si sono
riscontrati rari casi in cui si sono formati di giorno, ed altri casi in cui ai primi cerchi
sono state apportate delle forme aggiuntive fatte in notti successive, a volte anche
piuttosto distanti da quella della prima creazione, a volte totalmente o parzialmente
sovrapposte.
--> * Con il passare degli anni le forme geometriche dei “crop” sono andate
diversificandosi e sofisticandosi, dando luogo a formazioni sempre più complesse e
spettacolari. Secondo alcuni ciò è la prova che si tratterebbe dell’evoluzione di
un’arte terrestre o manifatturiera umana, attraverso la raffinazione di una tecnica
sempre più articolata (ed in effetti molti circoli di falsari hanno raggiunto
gradualmente un alto livello di sofisticazione nel costruire cerchi). Secondo altri si
tratterebbe invece di una risposta dei veri circlemakers a chi, ingenuamente o con
arroganza, avrebbe preteso di creare cerchi con mezzi terreni o inappropriati; oppure
di una strategia aliena per coinvolgerci in modo graduale, allo scopo di non
sconvolgerci. Secondo altri ancora, questa evoluzione è dovuta a fattori naturali come
l’aumento del campo magnetico terrestre, ed è influenzata dal vento solare e da altre
concause di natura geofisica e meteorologica. In ogni caso, alcuni crop presentano
delle strutture geometriche e simboliche molto complesse, e spesso le formazioni
grafiche possono essere viste nella loro completezza solo dall’alto, da un aereo.
* L’anno successivo alla formazione di un cerchio, e quindi diversi mesi dopo la
mietitura di quel campo, sul terreno è spesso rimastra una traccia “fantasma” del
cerchio. Questo significa che anche il sottosuolo è stato interessato dal fenomeno, ed
ha subito degli influssi. O più semplicemente, la presenza sul terreno di significativi
resti delle spighe appiattite del crop interferiscono sia sulla quantità di seme caduto
all’interno di quelle zone sia sulla sua normale capacità di sviluppo, per cui la
disposizione delle piante e la loro crescita (fitta/meno fitta, stentata/meno stentata)
ricrea, in parte, il crop circles ospitato precedentemente in quel terreno.
* I cerchi sembrerebbero avere un legame geografico con le aree preistoriche, in
particolare gli antichi cerchi di pietre megalitiche (ad esempio Stonehenge, nel
Wiltshire). Questo tuttavia è vero soprattutto (e non sempre) nel caso inglese e
tedesco, ma ritengo azzardato ipotizzare un legame particolare tra cerchi e siti
preistorici. Vero invece che le formazioni si formano quasi sempre in zone in cui il
terreno è ricco di acqua nel sottosuolo o comunque arabile.
* In alcuni casi è stata ritrovata, in corrispondenza dei cerchi, una certa quantità di
“polverina bianca”, poi identificata al microscopio elettronico come biossido di
silicio e quarzo. La stessa polvere, detta di “Coconino”, si trova in Arizona, USA,
vicino a Coconino Peak e si trova anche all’interno e nei pressi del cratere del Meteor
Crater. Alcuni ritengono che queste particelle sferiche di biossido di silicio (così
appaiono al microscopio) vengano formate dalla fusione della sabbia eventualmente
posata dal vento sugli steli prima dell’azione termica. In rarissimi casi si sono trovati
anche filamenti gelatinosi noti come “capelli d’angelo”, di cui non si conosce ancora
oggi esattamente la composizione né l’origine. Alcuni ritengono che si tratti di
materiale rilasciato da alcuni insetti ed aracnidi viaggiatori, quindi parti di ragnatela;
altri ritengono si tratti di pollini e materiali di pioppo e di altri alberi (ma secondo
alcune ricerche chimiche si tratterebbe di materiale sintetico e non organico, e ciò
escluderebbe questa ipotesi); altri ancora di residui-rifiuti provenienti da materiale
orbitante nello spazio o dal passaggio di veivoli non convenzionali nell’atmosfera
terrestre.
--> * Il grano è di norma piegato, non spezzato, ed i margini del disegno appaiono quasi
sempre molto netti e precisi. A volte, oltre che piegato, il grano è anche intrecciato in
strati sovrapposti, e spesso presenta lievi bruciature all’altezza del primo nodo sullo
stelo a partire da terra (dove anche avviene la piegatura). Solo raramente,
probabilmente a causa della potente energia o forza meccanica che li produce, alcune
spighe vengono divelte e gettate fuori dal cerchio e la vegetazione viene danneggiata.
* Gli insetti tra le spighe sono stati trovati tutti morti o fortemente tramortiti, secondo
alcuni studi letteralmente “esplosi”, come se fossero stati esposti ad un forte calore.
Tuttavia, fanno notare gli “scettici”, i casi di insetti morti sono rari, e sono dovuti alla
Entomophthora muscae, un fungo che attacca le mosche. Il fatto che dalle analisi non
sia stato rilevato questo fungo è perché una volta morte, altri funghi (alternaria e
cladosporium ad esempio) attaccano le mosche, sostituendosi alla Entomophthora. La
posizione della mosca con addome piegato e ali alzate, zampe tese e rostro incollato,
lascia immaginare che sia stato il fungo la causa della morte, e non affatto delle
radiazioni al microonde, con le quali – sostiene ad esempio l’ingegner Grassi del
Cicap – le mosche non esplodo, le ali non si sollevano, e il rostro non si allunga né si
incolla.
* Il grano (o la coltivazione) di solito non risulta particolarmente danneggiato, e le
spighe continuano a crescere in senso orizzontale. Spesso la crescita delle spighe
raccolte all’interno di un “crop circle” è anomala (più lenta in certi casi, o viceversa
fino a 5 volte maggiore in altri casi), come ha dimostrato un esperimento sulla
germinazione condotto dallo stesso Haselhoff, e pubblicato su una importante rivista
scientifica. Inoltre i chicchi delle spighe raccolte nei cerchi risultano deformati,
mentre quelli di “controllo” (cioè prelevati nel restante raccolto, al di fuori del
cerchio, per poter fare dei raffronti) sono perfetti. Le spighe piegate presentano
mutazioni genetiche, con deformazione dei chicchi, ingrossamento dei nodi,
esplosione dei pori delle cellule, riproducibile artificialmente mettendo le spighe in
un comune forno a microonde per circa due minuti. Si presume dunque una rapida ed
intensissima esposizione a una fonte di calore da parte delle spighe interessate.
* Non ci sono impronte nel cerchio di grano né vicino ad esso. Le spighe, si ritiene,
si spezzerebbero e si rovinerebbero se calpestate, come quando avviene quando
arrivano i primi visitatori del sito2. Gli scettici e i detrattori hanno fatto però notare
2 Molti ritengono che utilizzando particolari cautele, se si volesse addentrarsi in un campo di grano o di erba senza
lasciare tracce evidenti, si potrebbe riuscire a farlo in vari modi.
come sarebbe stato possibile ed agevole accedere ai campi attraverso i solchi dei
trattori, che sono presenti i tutti i cerchi. Vedremo però, anche con le fotografie, che
questa obiezione non è sempre ed esattamente valida, poiché sebbene vi siano i solchi
dei trattori che attraversano o lambiscono quasi sempre qualsiasi formazione nel
grano, è altresì vero che in alcuni casi vi è una parte della formazione – come ad
esempio un cerchio separato – che è a se stante e non si avvicina ad alcun tracciato,
né vi è traccia di calpestamento tra questo e la restante parte della formazione. Infine
in alcuni campi di granoturco non vi sono affatto questi sentieri tracciati dai trattori o
dalle macchine agricole.
* All’interno di alcuni cerchi sono riscontrate anomalie dello spettro elettromagnetico
e radioattivo, che spesso suscitano nausee e mal di testa ed altre volte generano
malfunzionamento di strumenti sensibili come orologi, fotocamere, microfoni ecc.
Inoltre molti sostengono che all’interno dei cerchi appena formati si può sentire un
basso ronzio o, a volte, un fischio costante ed ipnotico. Gli scettici ritengono che si
tratti per lo più di autosuggestione. Alcuni studiosi hanno invece rilevato e registrato
all’interno di alcuni cerchi, nelle 24-48 ore successive al momento in cui si era
formato, un suono con una frequenza di circa 5,2 Hz.
* Si è constatata la modificazione chimica del terreno dove compaiono i disegni.
All’interno dei disegni non ci sono le sostanze inquinanti presenti al di fuori degli
stessi, forse per il forte calore impiegato nella costruzione dei crop circles.
Da indagine di laboratorio si è potuto constatare che i valori delle sostanze minerali
inquinanti del terreno rilevati nei campioni presi all’interno dei crop circles
differiscono in percentuale significativa da quelli presi all’esterno, anche se questi
erano a pochi centimetri di distanza dal disegno. Ad esempio nel caso del
“Bilanciere” del Canavese è stato riscontrato come il suolo, all’interno del disegno,
non presentasse tracce di ordinario inquinamento.
* Molti testimoni, senza tuttavia prove a conferma delle loro affermazioni,
sostengono di aver visto “sfere luminose” volare basse sui campi ad alta velocità. In
alcuni casi si hanno fotografie di tali sfere (note come “balls of light”, o più
semplicemente “BOL”) e perfino un filmato – sulla cui attendibilità vi sono ancora
forti dispute – che mostra tali sfere creare in pochi secondi un cerchio nel grano. Sulla
natura di tali “BOL” vi sono varie teorie di natura scientifica, meteorologica, ufologia
ecc di cui dirò più avanti.
* I cerchi che sappiamo essere stati fatti dall’uomo presentano indizi inequivocabili
della loro manifattura: buchi nel centro dove sono posti i pali di misurazione, segni
del passaggio di piedi, imperfezione nei margini, dimensioni contenute, difficoltà a
celare il lavoro durante la notte della creazione, spighe spesso spezzate, mai
intrecciate, e soprattutto assenza di fenomeni biologici e di mutazioni genetiche delle
piante. Tuttavia alcuni falsi sono davvero opere d’arte. La disputa su quando, come e
perché siano cominciati questi falsi è ad oggi irrisolta (tanto che secondo la maggior
parte delle persone sono “tutti” falsi). Ci sono comunque ormai prove piuttosto
evidenti che portano a concludere, se non altro, che molte formazioni non possono
essere state fatte semplicemente da due o tre buontemponi annoiati.
* I cerchi hanno la tendenza ad apparire molto vicino a basi militari (il Wiltshire ne è
disseminato) e l’interesse dimostrato dall’esercito inglese e da quello statunitense per
il fenomeno è un fatto documentato e – secondo alcuni – piuttosto sospetto. Anche i
servizi segreti e i governi si sono a più riprese interessati al fenomeno (un ufficiale
britannico chiese al ricercatore Colin Andrews un dossier di ricerca da stendere per il
governo Thatcher3). Questo, naturalmente, ha dato adito ad altre speculazioni che
coinvolgono voci di armi segrete e nuove tecnologie testate sul territorio, ma qui si
entra in un ambito che non è mia intenzione andare a scandagliare. Sono invece
piuttosto d’accordo con l’ipotesi, assai più semplice e verosimile, che l’esercito come
le istituzioni si interessino al fenomeno poiché lo ritengono potenzialmente
importante (esattamente come ogni ricercatore). Ciò sarebbe anzi una ragione di
ottimismo, sempre che le eventuali scoperte da parte di questi attori non finiscano poi
in carte “top secret” delle quali non è dato sapere nulla (ma a quanto racconta Colin
Andrews, che avrebbe dei contatti in CIA, i servizi e le istituzioni non hanno una
conoscenza del fenomeno che supera quella degli altri ricercatori, anche perché
altrimenti non si spiegherebbe perché avrebbero chiesto a lui una ricerca per conto
del governo).
Queste sono, molto schematicamente, le caratteristiche salienti dei cerchi che
sono stati analizzati sempre più a fondo da un numero sempre crescente di ricercatori,
scienziati, neofiti ed appassionati.
Che si abbia alla fine una opinione diversa non è necessariamente un elemento
negativo, bensì potrebbe perfino facilitare il confronto e stimolare nuove ricerche.
Come dice Haselhoff “il fatto stesso che non lo so, mi spinge ad andare avanti [con
la ricerca]”. Ma poiché qualcuno ha tentato in più riprese di ridurre il tutto ad una
barzelletta, vorrei iniziare a parlare di ciò che si sa, che è stato appurato, partendo
dalla banale e basilare constatazione che i “crop” ci sono, hanno una loro storia ed
evoluzione, sono un fenomeno complesso, e sono proprio lì sotto gli occhi di tutti.
Vediamo allora quali sono le principali teorie ed ipotesi. -->

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